Questo ci rende felici ed orgogliosi.

Relazione raggi di luna estate

Introduzione: breve cronistoria del progetto

Raggi di Luna è un progetto che nasce nel 2013 dall’incontro della cooperativa La Giostra della Fantasia e l’Associazione Nazionale Genitori Soggetti Autistici (ANGSA).

Nello stesso anno, proponiamo il progetto Raggi di Luna alla Fondazione Carige, per poter avere un finanziamento che sostenesse il progetto e riducesse al minimo le quote da proporre agli utenti. Il progetto viene finanziato parzialmente. Il progetto, ridimensionato, prende corpo.

A luglio 2014 si avvia il primo corso di vela per bambini autistici e non.

Raggi di Luna va a Vela

Dall’incontro tra la Giostra della Fantasia e la Società Pesca Sportiva Dilettantistica Sapello nasce la settimana di vela per bambini con autismo ed i loro fratelli ed amici.

Nella settimana dal 21 luglio al 25 luglio 2014 sei ragazzi partecipano al corso di vela, di questi: tre sono soggetti con disturbi dello spettro autistico, uno ha problematiche di diverso genere con derive comportamentali di tipo autistico.

La settimana organizzata a misura dei ragazzi coinvolti, era scandita da attività di conoscenza, veliche e laboratoriali (laboratorio sul soffio e sul mare). L’uso strumentale dell’agenda visiva e di rituali temporali, ponevano le basi per agevolare l’interazione tra i soggetti coinvolti, superando la difficoltà di una mancata conoscenza pregressa tra i soggetti ed il gruppo.

L’ausilio ed il sostegno dei volontari dell’associazione sportiva, si è rivelata di fondamentale importanza, la loro costante, continua, delicata, presenza ha agevolato la percezione di familiarità anche in soggetti particolarmente diffidenti ed impauriti dai minimi cambiamenti.

Le attività veliche sono state il centro delle giornate e da che erano state previste tre uscite in mare, queste sono diventate quattro per il grande desiderio dei bambini di andare per mare!

Durante le attività veliche l’approccio dei bambini era generalmente di grande coinvolgimento e stupore, i soggetti con autismo hanno apprezzato le sortite in mare in modo personale: per alcuni il mare aveva un effetto rilassante, di contatto e contenimento, per altri era stimolo ad attività marinare inconsuete; Solo in un caso si è verificata una situazione di resistenza all’attività proposta.

Il caso di F: un’ avvicinamento al mare graduale.

F. ha undici anni, un bel ragazzino dalla faccia simpatica, viene descritto dalla famiglia come un bambino piacevole, abituato ai cambiamenti. Si rivela invece un bambino impaurito dalle situazioni sconosciute, desideroso di cimentarsi, ma bisognoso di percorrere i propri personali tempi di avvicinamento.

La prima giornata F. si oppone strenuamente ad ogni tentativo di partecipare all’attività, si butta per terra, fa resistenza passiva, decidiamo di non costringerlo e provare semplicemente a contenere questi stati. Capiamo che il disegno, il colore, l’attività grafica gratifica e rilassa F. che trova nella gestualità ritmica del segno un importante riconoscimento.

Durante la seconda giornata F. si presenta maggiormente a suoi agio, inizia a conoscere e riconoscere gli spazi ed il loro funzionamento. Non sale in barca con gli altri, ma si avvicina al pontile ed al mare, e finalmente sale su di una barca a vela attraccata nel pontile. F. non prende il largo, ma misura le dimensioni delle sue possibilità ad esaudire le richieste della famiglie, degli educatori e del gruppo stesso.

Il terzo giorno parte in salita, F. è solitario davanti al mare, perso nei sui irraggiungibili pensieri.

La prima uscita il gruppo la fa senza di lui, riusciamo a riportarlo sopra la barca a vela attraccata che già conosce, ha uno strano interesse per la piccola cabina chiusa, l’educatore intuisce la “chiave”: dice ad F. che se vuole andare dentro una cabina nella barca che da li’ a poco useremo, potrà farlo, poiché è una barca di dimensioni importanti. F. corre verso l’imbarcazione cerca di entrare in cabina, entra. Ha trovato il suo spazio, lì può starci.

Ora si può partire.

La vela, il mare, il legno, il vento e l’autismo

La storia di F. dimostra come un attività come quella velica possa solo essere una grandissima possibilità di arricchimento delle competenze.

La disabilità, così come l’abilità, cerca un continuo confronto con la realtà che renda la stessa più vivibile, più misurabile, conosciuta, per poi andare nuovamente incontro a situazioni sconosciute con maggior sicurezza e consapevolezza.

F. ha avuto bisogno di più tempo, e concordi, educatori, insegnati, volontari, gli è stato dato.

Per gli altri il mare, il vento, il legno sono stati stimoli da vivere immediatamente, da godere.

Ci riteniamo soddisfatti della settimana vissuta, i ragazzi sono ci hanno lasciato con il desiderio di continuare a fare esperienze insieme, i fratelli dei bimbi con autismo hanno non solo collaborato, ma si sono presi i loro spazi e gli adeguati tempi -uno di loro ha espresso il desiderio di continuare l’esperienza velica con l’associazione Sapello-. I genitori hanno ritenuto che la formula del gruppo misto sia stata efficace e che la locazione delle attività così come la gentilezza dei volontari dell’ asdp Sapello sia stata un importante esperienza relazionale.

Per tutte queste ragioni ci auguriamo che questa esperienza sia l’inizio di una fruttuosa collaborazione con l’associazione Sapello, e l’inizio di un serie di proposte esperienziale per i soggetti con autismo e le loro famiglie.

Dott.ssa Linda Monaco

responsabile progetto Raggi di Lun

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